I prati Burovich sono prati stabili, cioè da secoli non sono coltivati; in questo modo custodiscono essenze anche rare, che l'agricoltura moderna ha sacrificato in nome della produzione, mentre lungo le Vie dell'Abbazia ha prevalso una visione e una logica diversa.
Il complesso dei prati Burovich, dal nome degli ultimi proprietari, rappresenta una testimonianza delle sistemazioni agrarie tra ‘700 e ‘ 800. Sulla sinistra del fiume Reghena, pezze allineate e contigue a prati stabili, larghe una trentina di metri si allungano formando grosse fasce verdi, unite dalle alberate che fiancheggiano i fossati. Proprio in questi prati prende vita un sentiero che si trasforma in passerella, dapprima attraversa e poi costeggia questo comprensorio di una decina d’ettari, un fantastico “complesso architettonico vegetale”. Info tratte dal sito della Pro Sesto
I prati Burovich sono la prima tappa dell'Itinerario 1. Anzi, più che una singola tappa, sono un microcosmo da attraversare, a piedi o in bicicletta, e che rivela, ad ogni stagione, nuovi colori e nuovi scorci.
"Gli alberi sono quelli tipici del luogo: olmi, farnie, aceri, gelsi,
carpini, che offrono un habitat ad una variegata avifauna, a scoiattoli,
e ogni tanto veloci apparizioni di volpi. Negli spazi dove non vi sono i
grossi esemplari arborei già citati, troviamo una complessa vegetazione
arbustiva, che comprende;il nocciolo, il biancospino, il corniolo, la
rosa selvatica, il prugnolo, e le siepi d’aceri". Info tratte dal sito della Pro Sesto
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